martedì 6 ottobre 2015

Sensibilità e Liberazione - Perché per chi ha una spiccata sensibilità e più difficile? - Almalibre Rebelde


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Il dono di una spiccata sensibilità-sensitività unito ad un forte imprinting “giudicante” è quasi sempre un’eredità molto difficile da gestire per chi vuole liberarsi.
Questo perché la combinazione di quei doni è di primaria utilità alla matrix-vivente, al fine di far riparare, supportare e dare energia, alle sue cellule-uomo schiavizzate già durante la fase educativa (i primi anni di vita).
L’individuo sensibile/sensitivo infatti, dopo essere stato programmato con i falsi valori dell’amore e della compassione, oltre che essere stato dotato della scala standard di “falsi principi-valori e sentimenti di matrice”, reagirà, nei confronti delle “esigenze” di stabilità delle cellule uomo programmate, dando supporto energetico alla loro matrice schiavizzante.





Vediamo come funziona il meccanismo, leggendo un brano tratto da Translife Revelation

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L’incontro con El

      Quella stessa mattina mi ero incontrato con El. Avevamo preso un caffè al bar e bruciato insieme una decina di sigarette in breve tempo. Ci eravamo conosciuti su internet.
      El mi incuriosiva non poco: avevo attratto nella mia esperienza di vita un’esperta di riflessologia plantare; una scienza che si stava diffondendo e che sfociava a volte in una sorta di spiritualità concreta avulsa dal fideismo. Molto centrata sulla percettività per segni manifesti. Erano passati un paio di mesi da quando, per vari motivi, avevo pensato che avrei voluto incontrare una persona con quelle competenze specifiche ed eccola lì, di fronte a me.
      In El trasparivano grandi doti che danno il senso di chi è propenso a una visione olistica e circolare dell’universo, tra queste una: la percettività vibrazionale!
      Cos’è in fondo un sensitivo?
      Se volessimo usare i principi dell’Attrazione per darne una definizione, potremmo dire che è semplicemente un individuo che ha deciso che esiste un livello di percezione oltre l’ordinario. Avendolo da un lato deciso, e dall’altro avendo desiderato di ampliare il proprio se stesso, ha aperto la porta della percezione.
È banale osservare quanto ciascuno di noi utilizzi la percezione per decifrare e sentire il mondo circostante, attraverso i segni manifesti; ma per quanto lo si faccia, di norma non se ne è coscienti. Il sensitivo è semplicemente una persona che è consapevole di questa modalità cognitiva e quindi, essendo attratto dall’aspetto percettivo per segni manifesti,  lo amplia nella sua sfera di vita.
      El è uno di essi. Si è auto generata in quanto strumento del suo divenire.
      In passato avevo notato che nonostante fosse molto proficuo espandere il sesto senso, la cosa celava anche aspetti pericolosi in merito al piano dell’ampliamento della consapevolezza e di quello della decifrabilità del mondo circostante. Il background culturale, le credenze sedimentate, le paure legate a esperienze precedenti o a quelle trasferite da altri, potevano direzionare la percezione in un ambito in cui l’altro veniva incasellato, in modo molto più rigido del normale.
      Inoltre, il senso di sicurezza della propria capacità percettiva poteva far tendere a inscatolare tutto ciò che appariva atipico, nei vari spazi dedicati  ai campanelli che indicano “pericolo!”.
      I principi dell’Attrazione segnano sempre il divenire di ciascuno di noi... e quando le paure, rispetto a un determinato desiderio, sovrastano la parte gioiosa dello stesso, si possono verificare due eventi:
      il primo consiste nell’attrarre persone negative per la propria esperienza di vita;
      l’altro, nel non riconoscere ciò che di positivo abbiamo voluto che entrasse nella nostra sfera.
      Il processo è semplice:
1.    Il noi stessi che abbiamo generato diviene polo attrattivo per ciò che è speculare a esso e per quello che desideriamo.
2.    All’inizio si prova gioia ed entusiasmo.
3.    L’istinto di “paura”, ormai stratificato, devia la percezione e porta per assurdo a scartare proprio ciò che cercavamo, al di là del valore e del peso che il nuovo elemento avrebbe potuto avere nella nostra vita; persona o situazione che sia.
      Avevo percepito in El due blocchi interiori fortemente sedimentati: il più consistente dei due era sicuramente quello costituito dalla sua morale (matrice religiosa e del giudizio-autogiudizio). Sapevo già che la probabilità che la nostra conoscenza avesse un seguito era molto remota. Per cui, visto che provavo attrazione e interesse per lei, mi preparai per istinto a incontrare i suoi blocchi.
      Quando dico “per istinto”, intendo: con un certo grado di consapevolezza. Essa ci permette di decidere in un istante come essere; e così rappresentai solo il me stesso sereno e prudente, pensando che le sue paure e i blocchi interiori non avrebbero trovato linfa per alimentarsi. L’Attrazione fece il resto, e nacque un’intensa simpatia.
      Osho aveva inquadrato bene quanto fosse fondamentale la fiducia in sé e negli altri al fine di aprire le porte e vivere. Ancora una volta pensai all’importanza di percepire il mondo per segni manifesti. Prendere o scartare in un istante, anche per dilatare l’esistenza sul piano temporale.
      Questa modalità, però, nel caso in cui fossero presenti paure e blocchi interiori in modo predominante, portava a una sorta di apatia dovuta all’impossibilità di vivere la parte entusiasta, libera e gioiosa, che è in ciascuno di noi.
      El mi prese la mano, e sentii calore, delicatezza, dialogo, comunione. Quello era un messaggio chiaro, dato da chi vuole percepire anche attraverso i “segni”. Un'inusuale emozione di contatto incorporeo. Il comunicare  con il corpo e l’energia che da esso ne deriva, sa di magico. E la magia, a volte, ha un sapore strano.  

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