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Le porte rappresentano i Gangli di matrice-schiavizzante che
non hanno consentito all’individuo che percorre il Freedom Tunnel di esprimere
il Sé nella sua vita, ossia di esprimere il genotipo originario dell’uomo, e
ciò sia a causa di memorie-blocchi dovuti alle esperienze in vita che hanno
creato Modelli Operativi Interni –MOI- ripetitivi, e sia a causa di memorie
epigenetico-genealogiche.
Tra le varie porte che non sono visibili al protagonista
della propria liberazione e che devono essere scorte e indicate dalla Guida
della Liberazione del Sé (vedi la Scuola per Guide della Liberazionedel Sé), ve ne sono alcune molto più spesse e difficili da aprire
rispetto ad altre.
In questo articolo analizziamo quella della “non espressione di sé, nella creatività”
che impedisce la creazione di se stessi; perché è creare se stessi esfoliandosi dalle vecchie pelli di matrice che porta a nascere e ad uscire
dalla piattezza di una vita già scritta.
Per quanto questa porta sia conseguenziale a quella della
coppia, che porta alla continua
attenzione verso gli altri e non verso sé, e a quella del senso di inadeguatezza, che porta al non sentirsi adeguati in
generale e quindi al blocco aprioristico all’azione, una volta superate le
prime due diviene una porta a sé. E come tutte le volte che ci trova davanti a
una porta del Freedom Tunnel si attiva la matrice-schiavizzante che cerca,
approfittando dello stallo in cui si trova il protagonista mentre osserva la
sua porta, di riconfigurarsi.
La non espressione di sé, sul piano creativo, consente alla
matrice-schiavizzante di recuperare parte del terreno perduto, facendo
continuare l’attore a vivere nella dimensione della connessione con le altre
cellule-uomo schiave; quella dimensione in cui si fa nulla che non sia utile alla matrix.
Difatti cosa potrebbe fare un individuo liberato se non
creare?
Viceversa l’attore, avendo finalmente la possibilità di
creare cose, scenari ed eventi che fluiscono dalla sua vera Essenza libera, si
trova come paralizzato di fronte a un qualcosa che non ha mai fatto nella sua
vita: esprimere Sé.
In questi casi l’azione terapeutica rivolta a se stessi non
deve sfociare in una forzatura; perché se c’è il blocco vuol dire che sono
ancora molto attivi i Gangli coppia e/o senso di inadeguatezza e/o quello li e domani,
relativo al rapporto col danaro che porta a una creatività output di matrice; e
quindi è necessario rimboccarsi le maniche e tornare a lavorare su quei Gangli e
sugli altri correlati, utilizzando anche la meditazione profonda e il silenzio
interiore dal chiacchiericcio di matrice.
Fino ad allora la vibrazione del “bisogno degli altri”
continuerà a essere il centro della personalità (personalità che altro non è, se non il programma-schiavizzante)
che a sua volta continuerà ad emanare energia di aggancio e/o di apatia, a
seconda dei casi.
Creare se stessi facendo emergere il proprio Sé, è uno dei
passi fondamentali nel percorso e richiede impegno e disciplina, soprattutto
nella fase iniziale, in cui il tenere sotto controllo gli impulsi provenienti
dal proprio programma-schiavizzante è la condizione indispensabile per la
riuscita.