venerdì 9 ottobre 2015

L’abbandono - Perché le terapie psicologiche, nel lungo periodo, fanno peggiorare - Almalibre Rebelde


“Le illusioni perdute sono verità ritrovate” (Multatuli)

Dopo la scoperta dei –superorganismieusociali- ed in particolare quella recentissima, della double-matrix -vedi Translife Revelationsi è chiarito che l’abbandono (Collocato ai primi posti nella scala degli eventi stressanti elaborata nel 1967 da Holmes e Rahe) non è una patologia, ma una inevitabile esperienza da fare nella double-matrix e da ripetere finché non ci si Libera, attraverso il nuovo percorso di Liberazione nato dopo la scoperta.
Ovvio quindi che le terapie psicologiche, non fanno altro, in realtà, che coprire il problema, manipolando ulteriormente la mente di chi va in analisi, attraverso l’istillazione di altre false credenze. Le terapie puntano a dare, a chi soffre, una pseudo sicurezza di sé; sicurezza che non è altro, se non un’ulteriore chiusura verso la vita ed un’ulteriore distorsione concettuale, su cosa dovrebbero essere le relazioni.
In realtà la percezione dell’abbandono ha inizio già in famiglia, nei primi anni di vita, in cui l’educazione e i suoi divieti, imposti con violenza verbale e a volte fisica, lasciano una percettibile sensazione di essere stati abbandonati, sul piano dell’amore incondizionato; per poi continuare nei rapporti di cosiddetta amicizia e poi ancora in quelli di coppia.
Sappiamo da diversi anni, con assoluta certezza scientifica (vedi http://transliferevelation.blogspot.it/2014/10/liberta-sesso-e-coppia.html) che l’uomo non è monogamo (la monogamia deriva da un recente imprinting religioso) e che quindi, vivendo l’uomo, inconsapevolmente, in una coppia; ossia in un meccanismo castrante e soffocante, prima o poi, qualcuno dei due, se ne andrà; tranne che non si scelga di vivere nello squallore dell’abitudine. Si va via da una casa, dalla coppia e anche solo da un letto; l’inevitabile schema in cui ci costringe a vivere la double-matrix, tra false paure, false credenze e false soluzioni.

Il pezzo che segue, parla di una storia vera ed è tratto da Translife Revelation, il libro che parla in dettaglio della scoperta scientifico-spirituale della double-matrix che cambia per sempre la storia dell’uomo e dell’ancestrale percorso di Liberazione che consente la fuoriuscita dalla double-matrix e quindi dalla dimensione di vita della circa dieci specie biologiche inferiori – i superorganismi eusociali- (come api, formiche, homo sapiens – vespe eusociali e altre).
Grazie alla scoperta quindi, l’auto realizzazione e la felicità di vita, sono divenute possibili.

Clicca qui per scaricare GRATUITAMENTE la Parte Prima di Translife Revelation il libro che tratta della scoperta della double-matrix che cambia la storia dell'Uomo Liberandolo per sempre


Tratto da “Translife Revelation –La Rivelazione che cambia per sempre la storia dell’Uomo – L’Uomo Originale Libero e l’Attrazione di Gaia”


Jan e Teresa

                Jan e Teresa stese sul letto; era stata una notte divertente. Chissà come avevamo fatto a ritrovarci in quel modo. Non ricordavo bene, forse c'erano state troppe bollicine la sera prima.
                Queste teorie di fisica quantistica, che ipotizzavano mondi paralleli creati su misura dal nostro immaginario, cominciavano a funzionare. Forse non aveva senso parlare di realtà, ma di ologramma globale.
                Jan: <<Vorrei spiegassi a Teresa quel concetto sulla matrice; io l’ho afferrato e in quell’ottica tutto appare diverso, come se noi fossimo abituati a vedere una realtà inesistente, perché filtrata da ciò che ci hanno messo nel cervello. Ma non saprei da dove cominciare per trasmetterlo con chiarezza, soprattutto quando scardina l’essenza della coppia e rivela tutti i risvolti che ha nella vita concreta.>>
                Avevo percepito da tempo che Teresa, nella sua leggerezza, nascondeva rivoli di intensa tristezza riguardo alla pochezza delle relazioni. Cercai le parole giuste, finché, dai discorsi sul sociale scivolammo nell’amore.
                Io: <<…e quindi è ovvio, in quest’ottica, che la coppia non è uno schema che attinge da cose umane; è piuttosto il sistema imposto dalla matrice per far crescere i figli, affinché essa possa continuare a esistere. È scontato che se al supermercato, sullo scaffale “relazioni”, si trova solo: “coppia”, “sub coppia” e “rapporti frugali” per rapportarsi all’altro sesso, non puoi scegliere altro. Magari in qualche spazio vuoto trovi “articolo sconosciuto”, fottiti!
D’altronde la coppia, oltre a essere fuori dalla natura umana, mentre va verso la sua rottura per svariati e capziosi motivi, innesca varie circostanze che portano spesso gli attori a detestarsi, senza possibilità di ritorno.
Cioè: la coppia, nel suo essere contro la natura intrinseca dell’individuo, quando la passione scema, quasi sempre nel tentativo di dare coerenza al precedente se stessi che l’aveva idealizzata, produce necessariamente una frattura disarmonica. Il cambiamento viene vissuto in modo traumatico dagli attori, che essendo all’oscuro della sua reale natura, non lo trasmettono in modo armonico, ma piuttosto con una comunicazione a scatti, foriera di cambiamenti catastrofici. Inevitabile quindi fare quei pasticci che lasceranno un segno negativo e indelebile. Basterebbe dire a una delle persone con cui scambiamo amore: “Caro, comincio a non sentire più la passione di prima. La scoperta dell’altro che, come sai, tanto prende ed entusiasma all’inizio, sta svanendo.” E il partner risponderebbe: “La realtà è oggettiva, ma questa variabile fisiologica individuale, legata al tempo esatto in cui la passione comincia a scemare, non è carina, perché non sincronizzata tra i due attori. Mi spiace per me, perché ancora la sento forte, io; d’altronde è un piccolo gap a rotazione”. E poi sorridendo: “…Prendi il caffè?”
Sorvola sull’apparente freddezza della scena, sai che amo i paradossi. Diciamo che nella libertà, l’amore e il legame interiore non subiscono alcun travaglio nell’evoluzione dei rapporti, e soprattutto non vi è regressione, ma solo cambiamento armonico. Nella coppia, è giusto identificare come regressione non il cambiamento in sé, quanto piuttosto un mutamento che, essendo concettualmente ancorato allo schema della coppia, fa sembrare che si sia perso qualcosa di fondamentale, non per la continuazione del rapporto, ma nell’amore stesso.
Quindi c’è solo A o Z, bianco o nero, zero o cento. Sono tutte cazzate! Dove c’è coppia non solo non c’è amore, ma c’è già il seme della sua negazione futura.
La vita nella schiavitù del sistema sociale è senza scampo,  quindi le cose vanno diversamente da come ipotizzato prima.
Se il desiderio è scemato, avendo come un’unica alternativa la rottura della coppia, ci si allontana definitivamente. Se invece è nata una nuova passione, chi subentra al precedente partner, dovendo a sua volta entrare forzatamente nella nuova coppia, si sovrappone al precedente, in un ricambio più o meno frequente. Quindi si è costretti, nel meccanismo di coppia, a cancellare, o quasi, la persona precedente: che tristezza! È ovvio che se il nostro attuale partner provasse un’intensa passione per una persona nuova, lo vedremmo di meno, ma di certo non sparirebbe, essendo costretto a infilarsi nella nuova scatola. L’amore, il bene, l’affetto, non sono interruttori on/off. Questo fa luce sul fatto che la gelosia e la possessività non appartengono alla natura umana, essendo bensì sentimenti giustamente accesi dalla perversione inumana del sistema. Dalla consapevolezza che se chi amiamo ci cambierà con un altro, tutto dovrà avere fine. Insomma Teresa, se non esistesse quella scatola perversa e inumana, pregna di pseudo sentimenti quali gelosia e possesso, nell’amore essi stessi sparirebbero. E non dico nell’amore vero, solo perché detto così presupporrei che ne possa esistere uno non vero!>>
Ci fu un attimo di silenzio… poi Teresa cominciò a parlare, come se ciò che le avevo detto fosse già divenuto un abitante residente della sua interiorità. Non è che avesse semplicemente capito: di più! Era andata oltre le mie stesse parole. Una sorta di magia che a volerla spiegare con i principi dell’Attrazione, suonerebbe più o meno così:
L’Attrazione direbbe: “Teresa stava cercando delle risposte; risposte che dalla psicologia e dalla spiritualità moderna non potevano arrivare, in quanto essi stessi elementi di matrice. Così il suo animo si era ribellato a quelle sciocchezze, vendute viceversa come grandi verità. Cercava le risposte e l’Attrazione gliele portò! Vide ciò che Almalibre Rebelde nel vapore delle sue stesse frasi, non aveva percepito del tutto.”
                Teresa disse poche parole ma chiare, nitide, centrate.
                Teresa: <<Il concetto che hai espresso mi ha come curato. Ora mi sento leggera; ho trovato parte delle risposte ad anni di domande eluse.
L’abbandono, quella triste cosa per cui tanti vanno in analisi, o per il quale si intraprendono percorsi pseudo spirituali, in questa tua chiave di lettura, è un sentimento assolutamente giusto, perché in realtà l’abbandono, l’abbandonare, il sentirsi abbandonati, non dovrebbe esistere. Non è un'eventualità insita nella natura umana e quindi l’animo si ribella, si indurisce a guardare e vivere tanta miseria. Si finisce per farsi colpe inesistenti, o per credere nel destino. E, peggio ancora, nel sentirsi inadeguati. Ora vedo anche chi abbandona con occhi diversi; una vittima anch’essa del sistema, piccola interiormente, nella sua incapacità di trasformare, piuttosto che cancellare.
Il pensiero che hai espresso dovrebbe essere condiviso, divulgato; è una grande cura interiore quella di approdare a questa verità, di capire che l’abbandono non è legato all’interiorità, ma allo schema sociale dominante.
Quindi tutte quelle cazzate: io… lui… noi… perché… l’infanzia… la forza… la durezza… l’equilibrio… le colpe! E’ tutto così semplice, invece. Nitido!>>
Teresa mi lasciò senza parole. Non avevo messo in correlazione quello che le avevo detto, con le problematiche legate al senso dell’abbandono, non ci avevo pensato.
E nel vederla così radiosa, come lo è chi si è tolto un peso enorme dallo stomaco, provai un senso di gioia e di amore per l’uomo e l’universo.