mercoledì 7 ottobre 2015

Il "giudicare": un sottile e devastante veleno - Almalibre Rebelde


Prima della scoperta della double-matrix, quando la soggettività sembrava un fatto reale e non uno strumento che la matrix utilizza per giustificare l’istillazione di scale di valore diverse, a seconda della funzione delle singole cellule-uomo (ad es: un Papa e un Puscher, per fare bene il loro lavoro ed occupare quindi la “casella” già predisposta dalla matrice-vivente, in quanto utile al sistema, devono essere programmati con scale di valori, principi e sentimenti, diverse tra loro, per rendere la cellula-uomo efficace nell’azione a cui è stata deputata), era inevitabile identificarsi in qualcosa o qualcuno e assumere quindi una determinata griglia di valori, con qualche aggiunta apparentemente soggettiva, presa da qualche altra parte, magari da un personaggio Tv.
Una volta che i programmi-viventi (le cellule-uomo, o la “gente”... che dir si voglia) sono stati programmati per bene e dotati della griglia di valori e quindi del concetto di giusto e sbagliato e/o di bene e male (upgrade programma religioso), la mente dell’assimilato produce ogni istante decine di giudizi, anche inconsapevolmente, sia su stesso autopunendosi, che su agli e su ciò che lo circonda... Perché il giudicare continuamente diventa il mezzo per stare nella “giusta” carreggiata, delimitata ai lati, dal guard rail soggettivo (che in questo esempio, rappresenta il giudizio).
Il giudizio quindi è qualcosa di molto diverso da quanto si crede; o meglio: è qualcosa di enormemente più radicato e intricato di quanto si dica; perché ogni singolo giudizio è in rete con gli altri giudizi, e sostiene quindi la matrice-schiavizzante individuale.
Ma c’è ancora di più... c’è la parte subdola del sistema giudicante, quella che si insinua e prende il controllo, anche di coloro che credono di lavorare, e tanto, per sradicare in loro il giudizio; sto parlando della sacralità e della ritualità (le parti del cervello deputate a creare sacralità e ritualità, si trovano nelle aree sub corticale, utilizzate appunto, dalla matrice-schiavizzante a questi fini).
Inconsapevolmente tutti coloro che intraprendono percorsi spirituali, finiscono puntualmente in un altro imbuto, fatto di sacralizzazioni (la terra, il sesso, il contatto, il bastone, il luogo, la luce... e così via all’infinito), credenze e riti, che ricreano quella rete di giudizio che si voleva invece smantellare per sempre... e si ricomincia quindi con il giudicare, sia le cose in sé e sia le loro modalità attuative.

Liberazione è: non sapere nulla e non inquadrare nulla. Tu sei gioco, giocare! Inizia a giocare e togliti l’idea che esiste l’ego; quella è solo una variante della matrice religiosa creata per schiacciare la tua Essenza giocosa!


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